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Geppy Gleijeses

Geppy Gleijeses debutta a 17 anni insieme a Mario Scarpetta nelle “Nuvole” di Aristofane. Pochi mesi dopo Eduardo De Filippo lo nota in una pulcinellata, “Ammore e Cummedia” e lo chiama nella sua Compagnia per tre volte, ma Gleijeses ha preso l’impegno con il padre di laurearsi in giurisprudenza (lo farà nel ’76) e, suo malgrado, rifiuta. Nel ’74 Eduardo vuole che interpreti il suo ruolo ne “Il figlio di Pulcinella” con la regia di Bogdan Jerković per il Collettivo di Parma. Nel ’75 chiede ad Eduardo di poter interpretare e dirigere “Chi è cchiù felice ‘e me?” e “Gennariniello”. Eduardo non solo acconsente, ma in una serie di incontri nella sua casa di via Aquilea gli dà indicazioni sulla regia e sull’interpretazione. Lo spettacolo ha un grande successo: è il maggio del ’75. “Paese Sera” titola: “Eduardo revoca il veto alle
sue opere per un ventenne”. Tutta la storia del rapporto con Eduardo è pubblicata sulla rivista “Teatro Contemporaneo e Cinema” diretta da Gianfranco Bartalotta, Anno VI, n° 21.

Nel ’78 fonda insieme ad altri giovani la cooperativa “Napoli Nuova 77”. Scrive con Marco Mete, dirige e mette in scena “Ammore e Cummedia”; vince il premio Idi come autore e il Festival Internazionale di Baltimora. A New York Richard Eder del New York Times titola: “Geppy Gleijeses is a great clown!”.
Nell’80 scrittura Pupella Maggio, diventando il più giovane capocomico italiano, con “Il voto” di Salvatore Di Giacomo, regia di Virginio Puecher.
In quegli anni critici come Ghigo De Chiara, Domenico Rea, Maurizio Giammusso scrivono di lui: “È l’attore più interessante dell’ultima generazione partenopea”.
Nell’83 fonda la Gitiesse, sua attuale società di produzione e con Alida Valli e Marina Malfatti
l’anno dopo interpreta “Il Malinteso” di Albert Camus, regia di Sandro Sequi. Sempre nell’83
Strehler lo chiama per affidargli Trinculo ne “La Tempesta”, ma Gleijeses è costretto a rifiutare
perché impegnato nelle riprese de “Il caso Ettore Grande” per Rai Uno nel ruolo del titolo, diretto
da Riccardo Tortora e Marisa Malfatti.

Nell’86 fonda e dirige il Teatro Acacia a Napoli, nel ‘93 diventa direttore e amministratore del
Teatro Nazionale di Milano, nel ‘99 fonda il Teatro Stabile di Calabria, nel 2003 assume la
direzione del riaperto Teatro Cilea di Reggio Calabria, nel 2009 vince il bando europeo indetto
dall’ ETI per l’aggiudicazione del Teatro Quirino Vittorio Gassman che con lui diventa il primo
Teatro italiano fornito di bistrot, biblioteca, cinemino, ed è sempre di più il primo teatro romano
del suo segmento per numero di spettatori e di abbonati.

È stato nel 2022 e 2023 direttore del Festival Internazionale di Capri – Il Canto delle Sirene.
Dal 2025 dà vita ad una nuova società: la Dear Friends che ha raccolto la grande eredità della
Gitiesse Artisti Riuniti.

Lavora nel cinema e in televisione con Giancarlo Cobelli, Luca De Filippo, Luigi De Filippo, i fratelli
Taviani, Alberto Sordi, Cristian De Sica, Ugo Tognazzi, Lilla Brignone, Massimo Ranieri, Peppino
Patroni Griffi, Toni Servillo, Isa Danieli, Massimo Girotti, Remo Girone…

Al cinema, tra le sue varie interpretazioni, ricordiamo il protagonista giovane di “Così parlò
Bellavista” di Luciano De Crescenzo, “Il sole anche di notte” di Paolo e Vittorio Taviani e
l’antagonista di Toni Servillo in “Gorbaciof” di Stefano Incerti. Fra i registi che lo hanno diretto in
teatro ricordiamo Luigi Squarzina, Mario Monicelli, Roberto Guicciardini, Mario Missiroli, Gigi
Proietti, Vittorio Caprioli, Armando Pugliese, Antonio Calenda, Andrèe Ruth Shammah, Egisto
Marcucci, Alfredo Arias, Liliana Cavani, Michael Konchalovski, Marco Tullio Giordana.
Hanno lavorato al suo fianco o sono stati da lui diretti Alida Valli, Arnoldo Foà, Marina Malfatti,
Dominique Sanda, Laura Morante, Regina Bianchi, Antonio Casagrande, Pupella Maggio, Luigi De
Filippo, Mario Scarpetta, Marilù Prati, Leopoldo Mastelloni, Ugo Pagliai, Paola Gassman, Philippe
Leroy, Lello Arena, Lucia Poli, Milena Vukotic, Lorenzo Gleijeses, Andrea Giordana, Giulia
Lazzarini, Annamaria Guanieri.

Tra gli spettacoli a cui è più legato ricordiamo, oltre ai già citati, “La palla al piede” di Georges
Feydeau (Armando Pugliese, 1988), “Liolà” di Luigi Pirandello (Luigi Squarzina, 1990), “Arancia
meccanica” di Anthony Burgess con musiche degli U2 (Cherif, 1991), “Arsenico e vecchi merletti”
di Joseph Kesserling (Mario Monicelli, 1992), “Le relazioni pericolose” di Christopher Hampton
(Mario Monicelli, 1994), “L’albergo del libero scambio” di Georges Feydeau (Mario Missiroli,
1995), “Cantata per la festa dei bambini morti di mafia” di Luciano Violante (Geppy Gleijeses,
1996), “Il figlio di Pulcinella” di Eduardo De Filippo (Roberto Guicciardini, 1998), “L’importanza di
chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde (Mario Missiroli, 2000 e Geppy Gleijeses, 2013), “Don Giacinto”
di Raffaele Viviani (Geppy Gleijeses, 2000), “Le cinque rose di Jennifer” di Annibale Ruccello
(Geppy Gleijeses, 2001), “Un marito ideale” di Oscar Wilde (Mario Missiroli, 2002), “Ragazze sole
con qualche esperienza” di Enzo Moscato (Geppy Gleijeses, 2003), “Pigmalione” di G.B. Shaw
(Roberto Guicciardini, 2004), “Io, l’erede” di Eduardo De Filippo (Andrée Ruth Shammah, 2005),
“Delitto perfetto” di Frederick Knott (Geppy Gleijeses, 2006), “Ditegli sempre di sì” di Eduardo De
Filippo (Geppy Gleijeses, 2008), “Il giuoco delle parti” di Luigi Pirandello (Egisto Marcucci e
Elisabetta Courir, 2008), “Lo scarfalietto” di Eduardo Scarpetta (Geppy Gleijeses, 2010),
“L’affarista” di Honorè de Balzac (Antonio Calenda, 2011), “A Santa Lucia” di Raffaele Viviani
(Geppy Gleijeses, 2012), “Miseria e nobiltà” di Eduardo Scarpetta (Geppy Gleijeses, 2012),
“L’uomo, la bestia e la virtù” di Luigi Pirandello (Giuseppe Dipasquale, 2015), “Il bugiardo” di Carlo
Goldoni (Alfredo Arias, 2015), “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo (Liliana Cavani 2016),
“Le cinque rose di Jennifer” di Annibale Ruccello (Geppy Gleijeses 2017)“ Il piacere dell’onestà” di
Luigi Pirandello ( Liliana Cavani 2018), “Così parlò Bellavista” di Eduardo De Crescenzo (Geppy
Glejieses 2018), “Amadeus” di Peter Shaffer (Andrei Konchalovsky 2019), “Servo di Scena” di
Ronald Haword (Guglielmo Ferro 2020), “Uomo e galantuomo” di Eduardo De Filippo (Armando
Pugliese 2022), “Il fu Mattia Pascal” tratto da Luigi Pirandello (Marco Tullio Giordana, 2024).

Per il piccolo schermo ricordiamo, oltre ai già citati, “In memoria di una signora amica” di
Giuseppe Patroni Griffi, regia di Mario Ferrero, protagonista con Lilla Brignone, Pupella Maggio e
Massimo Ranieri; “La scena di Napoli” regia di Riccardo Tortora e Marisa Malfatti, film in tre
puntate, protagonista con Luca De Filippo; “Pupetta Maresca” regia di Riccardo Tortora e Marisa
Malfatti, protagonista. Nel 2024 ha preso parte alla serie “Inganno” andata in onda sulla
piattaforma Netflix al fianco di Monica Guerritore, per la regia di Pappi Corsicato.

Tra i principali premi e riconoscimenti, il Premio Antonio De Curtis, Idi, il Premio De Sica, Rizzoli,
Margutta, Persefone, Salvatore Di Giacomo, Chianciano, Accademico Le Muse, la nomination ai
Nastri d’Argento 2011, candidato e vincitore come attore e con suoi spettacoli ai Premi Olimpici –
Le Maschere, il Premio Flaiano e il Premio Lorenzo de’ Medici, attribuito dall’Accademia europea
medicea, quale migliore attore europeo.

Recentemente è stato nominato Coordinatore generale delle Imprese di Produzione in seno
all’Associazione del Teatro Italiano Privato (ATIP).

Dopo il saggio su di lui, scritto dal prof. Gianfranco Bartalotta dell’Università 3, è uscito il volume
di 350 pagine con le foto di Tommaso Lepera che lo ritraggono negli ultimi 40 anni dal titolo “Il
Teatro di Geppy Gleijeses” edizioni I Tipi di Manfredi Editore.

Riportiamo infine gli stralci di quattro critiche sulle tante della sua carriera:
“Il Viviani di Gleijeses è un Miracolo” Franco Quadri, La Repubblica (2000)
“È talmente bravo che il resto della Compagnia rimane annichilito”
Masolino D’Amico, La Stampa (2005)
“Geppy Gleijeses dimostra in scena di essere l’erede di Eduardo De Filippo”
Ugo Ronfani, Il Giorno (2007)
“Tutto questo viene reso dal protagonista Geppy Gleijeses con una duttilità espressiva che vale
più di una monografia sulla letteratura e l’etica del Novecento”
Sergio Sciacca, La Sicilia (2015)