Serra Yilmaz è nata ad Istanbul, ha studia psicologia e teatro in Francia. Nel ‘77 comincia a lavorare con la Compagnia Dostlar, e da quel momento non ha più smesso di fare teatro.
Nel 1983 esordisce al cinema come attrice nel lungometraggio del regista Atif Yilmaz “Sekerpare”.
Dal 1987, grazie al film del regista Kavur “Albergo Madrepatria” (che vince il premio Fipresci al Festival di Venezia ed è premiato anche all’Istanbul Film Festival) arriva al successo internazionale e diventa una delle più prestigiose e conosciute attrici turche. Dal 1988 al 2004 fa parte del Teatro Municipale di Istanbul non solo come attrice ma anche come dramaturga e responsabile delle relazioni internazionali.
Nel 1998 partecipa ad “Harem Suaré”, il secondo film di Ferzan Ozpetek, regista del quale diventa attrice/icona, interpretando anche i successivi ”Le fate ignoranti”, “La finestra di fronte” e “Saturno Contro”, “Rosso Istanbul”, “La Dea Fortuna” tutti grandi successi di critica e di pubblico.
Lavora in produzioni televisive e teatrali turche e alcune produzioni teatrali francesi. Nello stesso tempo lavora come interprete di conferenza che la portano ad essere l’interprete di diversi Presidenti della Repubblica Italiana e degli due ultimi Papi nelle loro visite ufficiali in Turchia. Partecipa anche ai concerti di giovani gruppi musicali turchi come Baba Zula o il gruppo di musica improvvisata Islak Köpek.
Dal 2004 ha recitato per dodici anni consecutivi nello spettacolo/cult “L'ultimo harem” di Angelo Savelli e dal 2015 interpreta il ruolo di zia Banu ne “La bastarda di Istanbul”, riduzione teatrale di Angelo Savelli tratta dal best seller di Elif Shafak. Per questa interpretazione ha vinto nel 2016 il Premio Persefone e il Franco Cuomo International Award.
Nell’estate del 2017 debutta al Todi Festival nello spettacolo “Grisélidis: memorie di una prostituta” di Coraly Zahonero, dagli scritti e le interviste di Grisélidis Réal, per la regia di Juan Diego Puerta Lopez.
Dal 2018 ha interpretato Sancho Panza con Alessio Boni come Don Chisciotte.
Lo spirito di sopravvivenza conosce due modi, uno più rude che è il tirare a campare e un altro, più ingenuo e raffinato al tempo stesso, che è il vivere sopra il quotidiano e le sue infinite necessità. Blue e Rose lo sanno bene.
Il Ballo - Appunti del Regista Roberto Aldorasi. Il ballo mescola, nella sua brevità, temi molto ardui: la rivalità madre-figlia, l’ipocrisia sociale, le goffe vertigini della ricchezza improvvisata, le vendette smisurate dell’adolescenza – che passano, in questo caso eccezionale, dall’immaginazione alla realtà.